2009

La misura della solitudine


“...perché le stirpi condannate a cent’anni di solitudine
non hanno una seconda opportunità sulla terra.”

Gabriel Garcia Marquez


La luce che il nostro stile di vita proietta sul mondo, anche se un poco appannata in questi tempi di vacche magre, continua ad attirare a sé creature affamate, come i lampioni richiamano insetti nelle notti d'estate.
Non facciamo che vantarci e ostentare questo modello ai quattro venti, cercando però di negarlo a chi, incantato da tanta buona pubblicità, ne desidera un pezzetto.
Ma le barriere e i muri alzati per proteggerlo lasciano passare i veri predatori, i grandi squali in giacca e cravatta quotati in borsa, tenendo ammucchiati alle frontiere quelli di piccola taglia, condannati a muoversi in eterno per sopravvivere; premono contro le recinzioni facendole scricchiolare.Questo sistema nega alla gente ciò che non si sognerebbe mai di proibire agli animali: migrare alla ricerca di cibo e di speranza.
Incalcolabili capitali si spostano senza dover mostrare il passaporto o le impronte digitali, facendo franare intere economie, perdendosi nei meandri dei conti cifrati e delle scatole cinesi finanziarie; i piccoli squali affamati che non possono permettersi il doppio petto vengono braccati o, se riescono a passare, controllati a vista.
Le classi dirigenti coltivano ad arte le nostre paure ed esibiscono il buon esempio dell'impunità: in basso si punisce ciò che si applaude in alto.
Il furto è un reato contro la proprietà, il furto su vasta scala è un rischio dell'iniziativa privata.
Il primo è soggetto al codice penale, il secondo è una conseguenza del libero mercato.
Giorno dopo giorno, cresce il fastidio per i piccoli squali che si intrufolano nelle nostre acque territoriali, sgattaiolando nei varchi lasciati dalle barriere.
Siamo diventati chirurgicamente ipocriti e cinici: il problema non sono tutti gli stranieri, ma quelli che non servono.
Quelli che non si occupano dei lavori che non ci degniamo più di sbrigare, in un sistema che ci obbliga a lavorare fino alla tomba, assorbendo la parte migliore del nostro tempo. Quelli che non accudiscono i nostri vecchi o crescono i nostri figli, per esempio.
Riconosciamo la dignità a questi piccoli squali solo in base alla loro utilità.
Spacciamo questo compromesso per buon senso, e non ci rendiamo conto di come la paura ci abbia reso tutti prigionieri.
In ogni città i luoghi pubblici sono circondati da inferriate, tutte le case sono recintate e ogni negozio ha la sua bella serranda.
Proteggiamo le cose ad ogni costo.
Gli unici paradisi disponibili su questo mondo sono quelli fiscali, e spettano al denaro.
I sogni e gli incubi sono impastati con la stessa materia prima, ma questo incubo ha la pretesa di essere l'unico sogno a noi concesso; uno stile di vita che disprezza le persone e venera le cose.
La misura esatta della nostra ricchezza.

Tutti gli esseri umani nascono liberi, recita la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Guardandolo dallo spazio, il nostro pianeta sembra perfetto per questo scopo.
E' una bellissima sfera verde, marrone e blu, con una spruzzata di bianco a seconda del capriccio dei venti e delle nuvole; il luogo ideale da percorrere in lungo e in largo a perdifiato.
Dopo innumerevoli millenni di prove, i quattro elementi che lo compongono, l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco, paiono avere raggiunto un loro equilibrio, e le stagioni si alternano seguendo le cadenze del suo sole e della sua luna.
Nell'ultimo secolo, un quinto elemento ha raggiunto la capacità di lasciare il segno su questa palla colorata, forse ancor più degli altri quattro.
E’ un elemento composto da esseri umani; visti da una certa altezza sembrano quasi trascurabili: per il sole e la luna, per esempio, sono invisibili.
Quasi per uno scherzo del destino, l'unica opera realizzata dall’umanità che si nota dallo spazio è un muro.
La Grande Muraglia Cinese.Da così in alto è impossibile accorgersene, ma la maggior parte degli abitanti di questo pianeta è in realtà perduta in uno stupefacente dedalo, un groviglio di muri più o meno reali che ha edificato con le sue stesse mani.
Chi vive su questa terra e guarda ad altezza d'uomo, non ha alibi se non nota la differenza.
E’come precipitare dalle semplici cartine fisiche delle elementari, verdi, marroni e blu, alle mappe politiche delle scuole superiori, un intrico di confini neri, su una coperta di pezze sbiadite, rattoppate alla meglio l'una all'altra.
Che siano tracciate con inchiostro o costruite con mattoni, queste piccole e grandi muraglie sono oggi la misura della nostra libertà.

Su una faccia delle monete da un euro coniate dalla Repubblica Italiana è incisa una figura.
La disegnò Leonardo Da Vinci, esattamente cinquecento diciannove anni fa.
E’ uno studio sulle proporzioni umane e una sfida a chi riteneva impossibile fare quadrare il cerchio.
Quello che nessuno era riuscito ad ottenere con formule e numeri, Leonardo Da Vinci lo raggiunse disegnando un semplice essere umano, ritratto nudo, così come era nato.
La centralità della persona rispetto a tutto il resto: era questo il pensiero che lo aveva mosso.
Scelsero di incidere questo disegno sulle nuove monete per simboleggiare l’uomo come misura di tutte le cose.
Oggi, smarriti dietro i nostri inutili confini, senza nemmeno l’illusione di sentirci protetti, sono le cose che misurano noi, i passaporti che portiamo, gli abiti che indossiamo, il denaro che possediamo.
Bisognerebbe chiamare la Zecca di Stato e dirle di pensare a qualcos’altro, perché il modello dell’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci è andato a farsi benedire ed è irriconoscibile.
Ecco la misura degli esseri umani che siamo diventati.

La vita opera spesso per simboli, e di simboli ci siamo sempre serviti per raccontare il nostro percorso su questo mondo.
Il labirinto è uno dei più antichi, con le sue figure apparentemente immutabili; il Minotauro, Teseo ed Arianna.Ma viviamo esistenze complicate: le vittime passano per carnefici e i carnefici si riciclano come vittime.
Il Minotauro è un mostro dalla testa di toro assetato di sangue innocente, e allo stesso tempo un figlio rinnegato prigioniero della sua stessa dimora.
Un avventuriero in cerca di fortuna, Teseo, può trasformarsi in un eroe armato solo di speranza, che si innalza alla ricerca della libertà.
Arianna, che lo aiuta a salvarsi grazie a un gomitolo di lana, è contemporaneamente complice nell’omicidio del fratello.
Questa è la potenza dei labirinti.
La loro indecifrabile e fuorviante essenza.
Nell’infinita combinazione di scelte possibili e vicoli ciechi, il destino di tutti è legato all'esistenza di un gomitolo di lana.
Finché esisteranno barriere, quel filo sarà la misura della nostra solitudine.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti, scusate ma ora sono un poco in amarezza....A secco quest'anno non lo ne ero convinto al 100%, di arrivare proprio terzi con l'evoluzione che abbiamo avuto non me lo aspettavo....forse ci si stanno allungando i canini e ci cresce il pelo sempre di piu' perche' l'evoluzione nostra e' regressiva! Ciao Raga

Anonimo ha detto...

Complimenti, veramente un carro equilibrato, siete come i fucili ad alta precisione...non sbagliate un colpo ( il blu spaccava veramente). Scusate ma adesso sono un poco provato dalla demolita. Pensavo di aver fatto un passo in avanti e invece....sono stati triturati i miei principi meticolasamente con 2 righe.