2000

Un Mondo Perfetto

“… possiamo dimenticare il passato.…”
ma il passato non si dimentica di noi…”



Questa relazione sarà un fallimento.

Perché non c’è niente da dire, su un Mondo Perfetto che cancella ogni traccia delle vittime.
Guardate questo carro.
Le vedete delle vittime?
Guardate bene, non è difficile; girà così vorticosamente, il nostro dannatissimo Mondo Perfetto, da sembrare immobile.

C’è un potere, da qualche parte, che controlla il flusso di energia che l’evoluzione fornisce, col suo cordone ombelicale da 220 volt: è il nostro Mondo Infallibile.
Forniamo energia per poterla consumare.
C’è il sogno di un uomo perfetto, da qualche parte, l’incubo di un uomo macchina: continuiamo a trascinarceli dietro, persi in un punto imprecisato della storia.
Un grande futuro, dietro di noi, non c’è da dire, mentre acceleriamo verso il nulla.
Ci sono segmenti dell’ingranaggio come altari sballati, su cui onorare i nuovi santi ed esorcizzare gli ultimi demoni. Scegliete voi i ruoli, davvero, coi loro nomi vuoti da parole senza anima: economia, internet, mutazioni genetiche, virus informatici, decidete voi i buoni e i cattivi, tanto il Mondo Perfetto continua a funzionare.
Vedete?
Gira ancora così veloce che è fermo.
Sotto, da qualche parte, abbiamo perso l’umanità dei nostri sensi, scartati come zavorra, soppiantati da nuovi surrogati ad alta definizione scollegati dalla mente.
Non percepiamo più il mondo; lasciamo che ci si inchiodi ogni giorno nel cervello.
Continuate a guardare?
Lottiamo per i posti d’onore, nel nostro Medioevo Tecnologico, pagando con una vita vissuta da elettrodipendenti, morendo come muoiono i rifiuti.
In questo Mondo Perfetto.
C’è la memoria, da qualche parte, che ci abbandona, come figure stanche di recitare, immobili, in un quadro che nessuno ricorda, lezioni di un passato che non riesce più ad insegnare.
Ma le vittime, quelle, le avete trovate?
Questa bugia chiamata carro allegorico è gonfia del loro sangue.
E’ stato costruito da complici, verrà guardato da complici: non abbiamo più cuore, né passione, per vederle, o un respiro di coraggio per rappresentarle.

Questa relazione è stata un fallimento, e non poteva essere nient’altro, perché non c’è niente di intelligente da dire su un massacro.



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